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Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. "- Tucidide. Θουκυδίδης, Thūkydídēs -Atene,ca. a.C. 460 a.C.- dopo il 440 a.C. -

" Il Caffè, INDIPENDENTE - FUTURO GIA' PASSATO. "

* lavoro analisi 2011/2012.

AUGURI per il 2012 ne abbiamo bisogno.  Che ci sia crisi è inopinabile, che sia epocale è evidente,  quanto è profonda e grave, resta valutabile … e nel  2012 la fine del Mondo si avvicina:  si, no, ma quasi.
Il catastrofismo:
L'interpretazione del calendario Maya, del Codice di Dresda,  annuncia 20-40 anni caratterizzati da diluvi scatenati da una dea, e da alcune iscrizioni in pietre di alcune città del mesoamerica come Palenque, Tikal, ecc., è stata ipotizzata la fine del mondo per il 2012. Gli storici del periodo pre-colombiano interpretano queste iscrizioni come il passaggio ad una nuova era di consapevolezza,  grazie anche all'incontro con "divinità celesti" , ad esempio Quetzalcoatl  in lingua nahuatl " gemello prezioso” e in il nome azteco del dio serpente piumato;  i due, come stella del mattino e stella della sera, scomparivano per poi ricomparire dopo aver soggiornato nel mondo sotterraneo dei morti , e forse qualche cataclisma, caratterizzato da estese esondazioni dovute a cause non chiare,  potrebbero mandarli.
L'ipotesi più autorevole è quella di una tempesta solare di forte intensità, che potrebbe abbattersi come un impulso elettromagnetico sulla Terra, teoria divulgata nel 2011 dalla NASA.  Nel 1859 un evento simile provocò la paralisi del sistema del telegrafo negli Stati Uniti, e se si verificasse, al giorno d'oggi,  potrebbe danneggiare satelliti, sistemi di comunicazione e di distribuzione dell'energia, portare allo scoppio di molti condensatori elettrici e paralizzare buona parte delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per gli impianti nucleari non è ben chiaro l'effetto che un impulso elettromagnetico possa avere,  con possibile rischio di meltdown nucleare.  Forse catastrofismo acuto, ma latente, in una inconscia volontà umana del tanto peggio tanto meglio.
La Situazione economica:
La crisi sociale aggiunta alla crisi economica, non risolve il divario economico tra le classi,  popoli e genti,  anzi rafforza la differenza.  Il divario economico sta costruendo confini invalicabili,  molto più forti del muro di Berlino,  tra il basso e l’alto.  Una contingenza globale che investe anche gli attuali “dei”,  che sono circa il 10% dell’umanità e che detengono  la ricchezza globale del nostro pianeta;   inoltre, questi “Signori”, detiene il primato diretto e indiretto di consumo e inquinamento,  pare pari a circa l’ 80% del totale.
Crisi che in parte produce e trasporta una involuzione per alcuni gruppi umani,  fertilizzando una specie di implosione culturale che li trascina al minimo intellettuale,  su quesiti di scelta universali quali “tra l’uomo  e il denaro”,  trascinandoli nel contesto capitalista, e conducendo  la gente  guidata  dai media,  verso il denaro assoluto. Questo  provocando un infezione collettiva da consumismo sfrenato,  una specie di “buco nero” psicologico.  Tale motivazione fa’ retrocede gli individui nella scala umana, ripotandoli ad uno stato di tribalismo, anche se basato su presupposti motivazionali diversi dal concetto classico.  Questo concetto di tribù non implica per forza una unità territoriale, oggi significa soprattutto omogeneità economica  di consumo.  A livello politico, il concetto di tribù viene contrapposto a quello di Stato ed in passato si considerava le società tribali, come prive di un'autorità statale e di conseguenza di un sistema politico definito, chiaramente il consumismo non viene inteso come tale.  Tale dibattito è ancor oggi vivo, ma ai giorni nostri si tende rifiutare questa opposizione tra società organizzate in Stato e società "senza Stato" come viene indicata dal sistema politico, dato che il fenomeno, di trasporto involutivo, è stato prodotto per sostenere il cosiddetto capitalismo occidentale, che anche se non è uno Stato ne condiziona l’esercizio.
Non si capirebbe,  altrimenti,  la crisi, se non prodotta e voluta come manovra di qualche hot power ben identificato,  poiché prossimo al fallimento.
La comunicazione:
Altro ma conseguente elemento della crisi globale è l’uso strumentale da parte dei media dell’etnocentrismo,  nella sua accezione più moderna e comune, quale tendenza a giudicare le altre culture ed interpretarle in base ai criteri della propria,  proiettando su di esse il concetto di evoluzione, di progresso, di sviluppo e di benessere, basandosi su una visione critica unilaterale.  Questo, diventa anche manipolazione quando manca di  una comparazione  universale, indipendente,  comparata e priva di retorica, che porti questo approccio, a fondarsi principalmente sul confronto tra società moderne e società tradizionali. L’errore di fondo, non privo di tesi contrarie,  sta nell'utilizzo di parametri tipici del sistema socio-economico capitalista occidentale, tra cui gli indici del reddito pro-capite, della produzione, dell'alfabetizzazione, del tasso di natalità e di mortalità e altri elementi tipici all'hard power, quale misura storicamente predominante della potenza nazionale tramite indici quantitativi (popolazione, capacità militari reali, PIL nazionali,  e quale stima qualitativa del grado in cui i valori o la cultura percepiti da una nazione (o individuo) ispirano affinità sugli altri. Nell'etnocentrismo è implicita una sopravvalutazione della società cui si appartiene; vittime dell'etnocentrismo consolidato dai media,  sono stati anche studiosi. 
In certo senso, dunque, l'etnocentrismo attribuisce al progresso e allo sviluppo, legato a gruppi influenti locali, un valore irrinunciabile e necessario a cui nessuna società può sottrarsi, e il mutamento economico conseguente viene visto come un fenomeno inevitabile e spesso indolore.  Ma proprio a seguito di questa eccessiva fiducia ai propri modelli evolutivi,  sminuendo la validità di quelli altrui, sono state compiute, nella storia, azioni di intolleranza eticamente inaccettabili.  Questa parte influenza "l'altra faccia del potere" Il soft power , contrapposto e complementare all'hard power,  il quale dipende pesantemente dalla reputazione degli attori nella comunità internazionale, così come dal flusso di informazioni tra gli attori, la cultura popolare e i media che sono puntualmente indicati come fonti del soft power e divulgatori etnocentrici , come lo sono la diffusione di una lingua nazionale o un particolare insieme di strutture normative. 
Il Lavoro:
La crisi del lavoro essenzialmente non esiste,  quello che sta avvenendo è il tentativo del consolidarsi di poteri e nel voler proseguire e mantenere privilegi storici di classe, generalmente poteri ottenuti con la forza,  con l’imposizione, con la manipolazione, e che tentano di mantenere in essere il loro status. 
L’informatizzazione,  la rivoluzione digitale, la nano robotica, la robotica, l’automazione e disoccupazione vanno di pari passo? 
Non serve essere dei neoluddisti per constatare che la possibilità di far svolgere a delle macchine tutta una serie di funzioni semplici o complicate e ripetitive,  che da tempo portato alla scomparsa o alla forte riduzione del fabbisogno di manodopera umana in una serie di settori.  Oggi fabbriche, robot producono altri robot, in un circolo vizioso che fa’ sì che per chi è espulso dal mercato dal lavoro non riesca più a trovare un impiego, come avveniva in passato.  Nella fascia superiore si trovano invece le professioni ben pagate,  che richiedono abilità complesse come l’interpretazione di testi giuridici o il marketing.  Erik Brynjolfsson, direttore del Centro per il Digital Business alla Sloan School of Management del MIT e co-autore col collega Andrew Mc Afee dell’e-book Race Against the Machine: How the Digital Revolution is accelerating innovation, Driving Productivity, and Irreversibly Transforming Employment and the Economy, spiega in maniera chiara e concisa il perché di questa evoluzione:  «Le persone che cercano lavori in cui qualcuno gli spiega punto per punto quello che debbono fare, devono capire che questo tipo di impieghi è destinato a scomparire. Per un motivo molto semplice: se è possibile spiegare in maniera così dettagliata un compito, allora è anche possibile scrivere un software che faccia le stesse cose».
Questo include anche una grade parte della Politica, della Giustizia, del Diritto, della Amministrazione, inizialmente nella sua Procedura, nella sua ripetitività interpretativa,  successivamente in modo più formativo.  In alcuni casi, sono già più di 40 anni, che studi hanno realizzato e consolidato analisi e programmi  in questa direzione,  ottenendo risposte di variabilità espositiva che sempre vengono ricondotte ad un elemento di sintesi,  che possono pertanto produrre variabili tendenzialmente “infinite”, pertanto diventando anch’esse analizzabili e softwerizzabili.   Intuitivo e matematico è come con i continui progressi di quest’ultima evoluzione, diminuiscano anche le professioni che oggi possono dirsi “al riparo” dall’automazione.
L’aumento del grado di istruzione della popolazione è senz’altro una delle soluzioni per combattere la “disoccupazione tecnologica”, ma non basta, con gli sviluppi dell’intelligenza artificiale è possibile che in futuro  dietro la cattedra siederà una macchina senziente (n.b. mentre rileggo,  questo è già avvento in Corea del Sud). Qualche mese fa ha fatto notizia Watson, il super computer di IBM in grado di battere i campioni umani del gioco a quiz, ora l’idea è quella di un suo utilizzo in campo medico, come consulente per la diagnosi e il trattamento dei pazienti. 
Resta insuperato il fatto bellico, che, se una volta vedeva nel cannone più potente la soluzione delle guerre ora vede nei super computer , nella robotica e in altre situazioni evolute l’azione e la reazione.
Ci aspetta dunque un futuro in stile Matrix, in cui il rapporto uomo-macchina è ribaltato, con il primo totalmente rimpiazzato dalla seconda?  
Una soluzione efficace ma difficile da realizzare, è quella di capovolgere l’attuale impostazione economica delle società capitaliste occidentali, considerando la produzione di ricchezza non come appannaggio di qualche singolo a scapito della maggior parte degli altri individui, ma come una conquista collettiva di cui andrebbero in qualche modo ridistribuiti i profitti, questo guidato da una gestione delle risorse della terra. 
La “fine del lavoro” può essere intesa non come un dramma, ma come l’opportunità di ripensare il ruolo dell’individuo nella società.  Discorsi simili  ricordano vagamente quelli Comunisti  scritti e indicati negli atti di chiusura del Partito Comunista Sovietico, atti conclusivi nei quali si indica la strada della ricerca quale soluzione evolutiva intelligente, poiché le variabili della natura sono tendenzialmente finte nella loro biodiversità e tutti gli uomini ne possono trarre benefici.  Una tesi che ci interroga sulla scomparsa delle specie sia animali che vegetali,  indicandole, in modo supposto,  quale relativa e diretta conseguenza  della riduzione del periodo di sopravvivenza della specie umana sulla terra.  Pensieri  esposti  in una realtà che li ha sempre aborriti come quella americana, e che è la più eloquente testimonianza di quanto profonda sia la crisi. 
Gli ecosistemi non sono ancora stati studiati a fondo e pertanto non abbiamo una conoscenza completa, intelligente, comparabile e previdente, al nostro stato di cultura evolutiva. 
L'estinzione, sulla terra, di varie specie ha avuto ultimamente un'accelerazione paurosa. La stessa sopravvivenza della specie umana è in discussione,  tutti i segnali e tutte le persone non compromesse nell’avidità del sistema sono altamente preoccupante.  Personalmente come evoluzionista Darwiniano,  pertanto predisposto alla adattabilità della specie umana, sono allarmato e scioccato dalla superficialità con coi i politici stanno trattando questi problemi.
Una delle soluzioni è la ricerca, uno degli elementi componente la nostra salvezza.  Progetto per il futuro di una grande parte dell’occupazione, del lavoro inteso come studio nella ricerca per sopravvivere. (Consiglio questo video, anche se datato 2009;  purtroppo dalla data di realizzazione le cose sono peggiorate . In  "Ascoltami per favore",  dedica un momento della tua vita alla qualità della vita, fai una sincera e tranquilla riflessione  ).
Il non affrontare queste realtà evolutive è da irresponsabili e il prolungare l'attuale situazione, vuol dire ridurre la permeanza della nostra specie sulla terra. 
Il ritardare il salto tecnologico, il cambiamento dello stato lavorativo all'interesse per uno stato di condivisione,  è mantenere in essere privilegi acquisiti i quali hanno prodotto da tempo la scomparsa di specie riducendo così la biodiversità, questa è una strategia irresponsabile che non considera il futuro, per far sopravvivere nell’immediato un ecosistema economico/politico distruttivo avido e insaziabile,  fregandosi  delle prossime generazioni . La situazione drammatica non è solo Europea,  ma di tutto l’eco-sistema terra. Interventi parziali servono solo a mantenere privilegi e benessere dei pochi sui molti. 
Ecco l'unico caso di sussidiarietà comprensibile e condiviso d’intervento, altre imposizioni sussidiarie sono al solo scopo di trarre profitti personali e schiavizzare le persone.Caro amico, quello che potevo fare ho cercato e cerco di farlo, vedi tu.